Dopo i 65 anni, seguire un corretto stile di vita per la prevenzione cardiovascolare e oncologica riduce il tasso di malattie croniche e mortalità

Greenlee H, Strizich G, Lovasi GS, Kaplan RC, Biggs ML, Li CI, Richardson J, Burke GL, Fitzpatrick AL, Fretts AM, Fried LP 22-09-2017 

La definizione degli elementi che condizionano lo stato di salute nei soggetti di 65 anni e più è uno degli obiettivi del Cardiovascular Health Study, che ha coinvolto 2.145 uomini e 1.346 donne dell’età media di 72 anni, senza malattie cardiovascolari o oncologiche all’arruolamento, seguiti poi per oltre 22 anni. Di ciascun soggetto sono state valutate l’adesione alle linee guida dell’American Cancer Society (ACS) relative all’alimentazione e all’attività fisica, e il punteggio di salute cardiovascolare, secondo l’American Heart Association (AHA). 
Il massimo punteggio è stato assegnato a chi totalizzava almeno 150 min/sett di attività fisica moderata/intensa, a chi consumava frutta e verdura secondo le indicazioni, a chi riportava consumi contenuti di carni rosse e lavorate, di cereali raffinati, di bevande zuccherate e di sodio (meno di 1,5 g/die, corrispondenti a meno di 4 g di sale da cucina).
Ancora: sono stati valutati l’andamento del BMI (prendendo come riferimento il peso a 50 anni), l’aver abbandonato la sigaretta almeno un anno prima dell’arruolamento (o il non aver mai fumato). Una volta composto il punteggio finale, è stata valutata l’associazione con il tasso di malattie oncologiche, di morbilità e mortalità cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause nel follow-up.
In generale, chi aveva totalizzato i punteggi più bassi mostrava un’incidenza due volte superiore di malattia e mortalità totale, oncologica e cardiovascolare, rispetto ai soggetti con i punteggi più alti. Analizzando i sottogruppi, però, è emerso un dato per certi versi sorprendente: la riduzione del rischio di malattia e mortalità, in questi soggetti oltre i 65 anni di età, era associata soprattutto all’adesione a un corretto stile di vita, mentre il mantenimento di normali parametri cardiometabolici, quali pressione arteriosa, lipidemia e glicemia a digiuno, rivestirebbe un ruolo meno rilevante.
In pratica, oltre i 65 anni, un buon profilo cardiometabolico sembrerebbe essere un fattore di salute meno determinante, per lo stato di salute successivo, del corretto stile di vita. Ciò suggerisce che lo stile di vita stesso influenzi favorevolmente, oltre ai classici fattori di rischio cardiometabolico, altri parametri, non noti, che correlano i maniera marcata con lo stato di salute negli anni successivi.

Articolo rilevato dal sito Nutrition Foudation of Italy e pubblicato su gentile concessione della stessa fondazione.

 
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